Il 16 febbraio, il Parlamento spagnolo ha approvato un congedo per mestruazioni “invalidanti” coperto dallo Stato e ottenibile attraverso un certificato medico. Si tratta di una prima a livello europeo ma non è di certo una novità a livello mondiale : in Indonesia, Zambia, Vietnam, Cina, Taiwan, Corea del Sud e Giappone il congedo è già presente da diversi anni.
Un tema che viene preso in considerazione anche alle nostre latitudini. Anche la città di Zurigo, infatti, ha deciso di lanciare un progetto pilota in tal senso garantendo fino a 5 giorni di congedo pagato al mese a coloro che, a causa dei dolori mestruali, non riescono a recarsi in ufficio.
Secondo le stime, fra il 25 e il 35% delle donne soffrono di dismenorrea e talvolta i dolori mestruali sono così intensi che alcune donne devono assumere forti antidolorifici. Il tema è ancora un tabu ma si tratta di un problema diffuso che riduce notevolmente la qualità di vita di alcune persone.
Tuttavia, il progetto pilota approvato dal Consiglio comunale di Zurigo non fa l’unanimità ed ha già suscitato un acceso dibattito anche all’interno della popolazione femminile stessa. Secondo le sostenitrici dell’iniziativa, l’attuale congedo per malattia non è una soluzione in quanto brevi assenze a cadenza regolare potrebbero innescare dei controlli da parte del datore di lavoro o dell’assicurazione malattia. Dall’altro lato, si teme che un eventuale congedo mestruale dipinga la donna come sesso debole e bisognoso di protezione avendo quindi un effetto boomerang in tema di parità dei diritti.