Al giorno d’oggi, nel mondo del lavoro, coesistono ben 5 generazioni. Una grande ricchezza per le aziende che possono contare su competenze e skills diverse ma al contempo una grande sfida in termini di gestione del personale.
Ogni generazione è caratterizzata da ideali, valori e priorità diverse. Le leve motivazionali sono completamente differenti da una generazione all’altra, così come lo stile e le preferenze comunicative.
La generazione dei tradizionalisti, seppur sottorappresentata in termini di forza lavoro è ancora ben radicata in alcune realtà padronali ticinesi e si nota come talvolta la Direzione, piuttosto rigida e gerarchica, strida con le esigenze dei più giovani.
Seguono i baby boomers che – essendo cresciuti sotto una leadership prevalentemente tradizionalista – sono dei grandi stacanovisti del lavoro. Oltre ad essere leali all’azienda, sono predisposti al lavoro di squadra e tengono molto alla loro reputazione. Ormai prossimi alla meritata pensione, danno grande importanza alla sicurezza finanziaria e al work-life balance, scegliendo magari di lavorare part-time.
Il 33% della forza lavoro è rappresentata dalla generazione X; lavoratori flessibili, più informali e alla ricerca di indipendenza. Sono motivati dalla diversità, come pure dal work-life balance ma – contrariamente alle generazioni passate – per loro contano di più la realizzazione personale e professionale che gli interessi aziendali.
La categoria dei millenials (o generazione Y) è sicuramente la più rappresentata; in Svizzera conta quasi la metà della forza lavoro (48%). Sono motivati dalle responsabilità che vengono loro attribuite, amano le sfide e cercano opportunità di crescita e di sviluppo. Non si fanno troppi problemi a cambiare azienda se non ne condividono le scelte strategiche.
Arriviamo infine ai giovanissimi: la generazione Z. Sono giovani nati e cresciuti con la tecnologia. Molto sensibili a temi quali la diversità e l’inclusione, si battono per i diritti e l’uguaglianza. L’atmosfera sul posto di lavoro è fondamentale per loro e dai datori di lavoro si aspettano flessibilità culturale ed organizzativa che permetta magari loro di lavorare da remoto.
Differenze culturali importanti che vanno gestite con grande sensibilità, cercando di adattare lo stile comunicativo a dipendenza della generazione che si ha davanti e cercando di trovare il canale giusto per evitare frustrazione o conflitti.
Certamente una grande sfida, ma anche una grande risorsa: è infatti largamente dimostrato che le aziende con un ambiente di lavoro inclusivo e variegato sono più performanti e possono contare su dipendenti più produttivi e partecipi.